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Mai sentito parlare di cibo kosher (o kashèr)? Già immagino che starai strabuzzando gli occhi. Effettivamente non è una parola che sentiamo ogni giorno, perchè non fa parte della nostra cultura, ma risale all’antica tradizione ebraica.

Ho scoperto per la prima volta il significato di questo nome nel ghetto di Venezia. Convinta da un’amica, ho partecipato a un tour degustazione della cucina kosher, un percorso emozionante che mi ha rivelato tutti gli aromi e sapori della cultura enogastromica ebraico-veneziana. Un caleidoscopio di aromi, profumi e gusti in cui le singole sfaccettature delle varie comunità vengono unite attraverso il cibo.

Il nome kosher significa letteralmente “adatto”, ma riassume più significati come puro, autentico, genuino. Questo tipo di pietanza risponde infatti ai requisiti ben precisi del “kasherut”, ferree regole alimentari prescritte dai testi sacri ebraici, come la Torah.

L’abbiamo provato in prima persona quando ci hanno servito biscotti e cicheti con ingredienti selezionati, accompagnati da un vino rigorosamente kosher. Al grido “L’chiam!”, “Alla salute”, abbiamo brindato tutti assieme e mi sembrava di appartenere a una comunità.

La cucina e il cibo kosher, devo ammetterlo, sono stati stata un’autentica scoperta. E’ una dieta “fusion”, oserei dire, che unisce più tradizioni culinarie, ma anche un’alimentazione per la gioia di tutti gli intolleranti e allergici, attenti in particolar modo alla qualità e selezione delle materie prime. Oltre 35 milioni di persone nel mondo hanno abbracciato la cucina kosher, una cifra notevole!

Venezia è fatta di luoghi magici, ricchi di sacralità ma anche di sapori inediti. Vale la pena provarli e assaporarli tutti per conoscere le sfaccettature di una città che lascia sempre a bocca aperta! L’chaim!!!