L’Italia è ricca di luoghi di grande fascino, spesso lontani dalle rotte turistiche più battute, che di solito toccano località vicine e ben più famose.
È esattamente quello che succede a Portogruaro, una cittadina gioiello a misura d’uomo, ricca di scorci pittoreschi e dall’importante patrimonio storico e artistico, che però è spesso dimenticata dai turisti, concentrati ad affollare le calli, i ponti e le piazze della seppur splendida Venezia, distante appena 74 Km.

Eppure la cittadina veneta merita di essere svelata in tutte le sue bellezze: raggiungerla è davvero facile e se si vuole evitare di utilizzare l’auto si possono scegliere le compagnie di trasporti che la collegano benissimo a molti altri luoghi di interesse in tutto il Veneto Orientale.

La storia di Portogruaro

Portogruaro è una graziosa cittadina del Veneto Orientale, sulle sponde del fiume Lemena, in un territorio dove un tempo vi erano solo aree lagunari: trovandosi al confine con il Friuli Venezia Giulia, Portogruaro ha assorbito la cultura e gli stili di entrambe le regioni, il Veneto e appunto il Friuli.

Prima di visitare Portogruaro, come dovrebbe avvenire per ogni altro luogo che ancora non si conosce, è importante conoscere la sua storia, per apprezzarne poi ogni monumento, chiesa o palazzo.
Una leggenda narra che Portogruaro sia nata dalle ceneri della città romana di Iulia Concordia (oggi Concordia Sagittaria) devastata dagli Unni di Attila nel V secolo. Pare che i pescatori sopravvissuti abbiano trasportato le pietre rimaste più a nord, tramite il Lemene, in un luogo più protetto dagli allagamenti.

Dal punto di vista storico invece le prime notizie su Portogruaro risalgono all’anno 1140 quando il vescovo di Concordia, Gervino, concesse un terreno a mercanti e portolani che sovrintendevano al traffico portuale, poco a sud del Ponte di Covra, al fine di costruire un porto e qualche caseggiato.
Presto questo agglomerato crebbe e si sviluppò grazie alla vicinanza del fiume Lemene, che costituiva un’efficiente via di comunicazione tra l’entroterra e la costa: furono poi costruiti mulini e persino un castello, come si ricorda nella bolla del pontefice Urbano III datata 1186.

 Già nel XII secolo Portogruaro vanta un Palazzo Municipale, una cinta muraria con fossato e persino un Lazzaretto per accogliere i lebbrosi, senza contare la possibilità di eleggere un proprio podestà, anche se previo consenso del vescovo di Concordia.

Il periodo di massimo splendore per Portogruaro coincide senza dubbio con il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia, ufficializzato con il documento del 1420 “Il Privilegio di Portogruaro”, con tanto di diritti e prerogative concesse alla cittadinanza.
È questo il momento in cui vengono costruiti il Fondaco del Commercio, la Villa Comunale progettata da Il Bergamasco e soprattutto i ponticelli che solcavano il fiume Lemene, quasi tutti con impressi il simbolo della città e dei podestà. Parte dei ponti di Portogruaro oggi non esistono più, distrutti dalla furia austriaca durante la Prima Guerra Mondiale e tra loro vi erano veri gioielli come il Ponte della Stretta e il Ponte del Rastrello.

Dalla caduta della Serenissima all’annessione al Regno d’Italia

Con la “Memoranda caduta della Veneta Dominazione” ossia la cessazione del dominio della Serenissima su Portogruaro nel 1797, nella cittadina arrivano i francesi e con essi l’istituzione della Municipalità provvisoria. La presenza straniera si rivela per la cittadinanza un vero salasso: la chiesa infatti arriva addirittura a vendere tutte le argenterie presenti nelle chiese di Portogruaro. Non si dimentichi poi che se oggi molti piloni dei ponti della città sono sfregiati, lo si deve agli stessi francesi che si impegnarono a cancellare i leoni veneziani impressi, memoria del potere veneziano.

In seguito al Trattato di Campoformido, Portogruaro si ritrova letteralmente divisa in due: sulla riva sinistra del fiume Lemene si ritrovarono gli austriaci, mentre sulla sponda opposta resistevano i francesi. Con la caduta di Napoleone, gli austriaci si imposero sull’intero territorio di Portogruaro fino al 1866: in seguito infatti alla guerra austro-prussiana, la cittadina e l’intero Veneto furono annessi al Regno d’Italia.

Arricchiti e più consapevoli dell’intensa storia di Portogruaro, si possono ora conoscere i suoi monumenti simbolo, dal duecentesco Municipio in stile gotico, con tanto di merlatura ghibellina, al Campanile pendente della Chiesa di S. Andrea, fino ai quattrocenteschi mulini sul fiume Lemene.