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Non tutti forse lo sanno, ma Venezia è parte integrante di un arcipelago di oltre 100 isole, dove storia e cultura si uniscono, creando uno spazio ricco di curiosità e aneddoti. Alcune di queste isole sono scomparse, inghiottite dal mare, altre invece continuano a sopravvivere, regalando scenari unici e una letteratura di grande interesse.

Se hai in mente di partire per un breve soggiorno a Venezia, il nostro consiglio è di partecipare aduno dei tanti tour che permette di scoprire le isole dell’arcipelago della laguna venetahttp://bit.ly/BuranoMurano

 

Torcello

L’isola di Torcello è abitata da appena 20 abitanti. La leggenda narra che sia stata attraversata dai temibili Unni guidati dal leggendario Attila. Ed è proprio Attila che, secondo la leggenda, sarebbe il proprietario del seggio in pietra posto al centro della piazza principale della piccola isola. Ma un’altra tesi attribuirebbe il seggio all’attività di un giudice.

 

Burano

Burano è famosa per le merlettaie, le signore che con la loro arte hanno reso l’isola uno dei luoghi più visitati della Laguna veneta insieme a Murano. Ancora oggi, se ti rechi in visita da queste parti, puoi trovare le poche merlettaie rimaste intente a creare il merletto sul tombolo. Ma Burano viene ricordata soprattutto per i suoi colori, tinte e cromie variopinte che abbelliscono le pareti di tutte le sue case, formando un arcobaleno dalle mille sfumature.

 

Murano

Riconosciuta universalmente come l’isola del vetro, Murano è dopo Venezia l’attrazione turistica principale per chi sceglie di scoprire le meraviglie della Laguna. L’inizio della produzione del vetro sull’isola di Murano risale al 1200. All’origine ci fu un’esigenza ben precisa, estremamente lontana da qualsiasi velleità artistica. Infatti, la costruzione dei forni per la trasformazione della sabbia di silicio in vetro fu necessaria per ridurre al minimo il rischio incendi, assai ricorrente in quei tempi a Venezia e dintorni.

 

Sant’Erasmo

Se Murano è l’isola del vetro, Sant’Erasmo è considerata l’orto di Venezia. La curiosità principale dell’isola risiede nel fatto che ogni anno rifornisce il capoluogo veneto di innumerevoli primizie: da qui il soprannome che le è stato affibbiato in tempi non recenti. La pianta più famosa di Sant’Erasmo è quella dei carciofi. Durante un breve soggiorno sull’isola puoi assaggiare la caratteristica birra aromatizzata al carciofo, un’autentica prelibatezza!

 

Poveglia

Nessun residente, nessun molo dove poter attraccare. Tra i motivi per cui Poveglia è conosciuta come isola dei fantasmi, si possono indicare senz’altro i due tetri dettagli menzionati all’inizio. Poveglia è disabitata da oltre mezzo secolo e deve la sua fama al vecchio ospedale psichiatricoche sorgeva sull’isola molti anni fa. Inoltre, in passato Poveglia venne utilizzata come lazzareto per le persone colpite dalla peste. Per raggiungerla è indispensabile avere un conoscente che abbia un’imbarcazione, dato che è tagliata fuori dalle rotte del trasporto pubblico della Laguna.

 

San Lazzaro degli Armeni

Già dal nome puoi intuire lo stretto legame tra l’isola di San Lazzaro e il popolo degli Armeni. Sull’isola della Laguna veneziana sorge un antico monastero fondato da alcuni monaci armeni agli inizi del XVIII, dopo essere fuggiti dalla Grecia. Nel Paese ellenico, in quegli anni, la popolazione armena era soggetta a violente persecuzioni. Il celebre poeta inglese Lord Byron visitò San Lazzaro per approfondire la conoscenza del popolo armeno.

 

Giudecca

La Giudecca, chiamata anche Spina Longa (per via della sua particolare conformazione geografica), è dopo Venezia l’isola più estesa di tutto l’arcipelago della Laguna. Complessivamente è costituita da altre 8 isole più piccole. L’appellativo Giudecca risale con ogni probabilità al tempo in cui l’isola fu la residenza della popolazione ebraica. Tra i suoi monumenti principali si annoverano la Chiesa del Redentore e la Chiesa e Convento delle Zitelle, quest’ultimo edificio progettato da Andrea Palladio.

 

Sei pronto a partire per un tour tra le isole della laguna? Salpa ora e poi raccontaci come è andata!

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