Le Cinque Torri, simbolo delle Dolomiti Ampezzane
La ricchezza paesaggistica dell’Italia, oltre a quella storica e artistica, è ciò che rende questo Paese forse uno dei più belli al mondo e le Dolomiti fanno parte di questo immenso patrimonio.
Dichiarate Patrimonio dell’UNESCO, sono gruppi montuosi formati essenzialmente da dolomia, una particolare roccia sedimentaria molto chiara, tanto che le Dolomiti sono anche soprannominate Monti Pallidi.
Si trovano nel cuore delle Alpi Orientali e comprendono vette leggendarie come ad esempio il Latemar, la Marmolada, il Monte Cristallo, le Pale di San Martino e le Cinque Torri, forse il gruppo roccioso più riconoscibile sito nella conca ampezzana.
Cinque Torri: una destinazione di viaggio per ogni stagione
La Torre Grande, la Torre Seconda, la Terza Torre, la Quarta Torre e la Quinta Torre: sono queste le colossali formazioni rocciose site a nord del Monte Avearu, tra il Passo Falzarego e Cortina d’Ampezzo.
Le Cinque Torri rappresentano uno degli scenari più iconici delle Dolomiti ed è difficile non emozionarsi quando, all’alba o al tramonto, si colorano di rosa: questo fenomeno detto enrosidira, pare lo si debba alla maledizione di Laurino, il re dei nani che viveva sul monte Catinaccio.
La leggenda narra che Laurino rapì Similde, portandola nel suo reame e creando per lei un roseto. Il padre della giovane mandò i suoi uomini a salvarla: Laurino, indossando la sua cintura dell’invisibilità, cercò di nascondersi nel roseto ma il movimento delle rose lo tradì. Ormai catturato, Laurino lanciò una maledizione sul suo roseto, decretando che nessuno più lo avrebbe ammirato, nè di giorno nè di notte. Dimenticò però l’alba e il tramonto e sono questi i momenti in cui tutte le Dolomiti si colorano di rosa, comprese le Cinque Torri.
Chi vuole avvicinarsi il più possibile a queste formazioni rocciose delle Dolomiti Ampezzane e godersele al calar del sole o all’aurora, può approfittare dei tanti sentieri presenti, percorribili durante l’estate e la primavera e adatti sia agli escursionisti più esperti che a quelli principianti. Si tratta di percorsi sempre ben segnalati raggiungibili alla partenza mediante servizi di trasporto pubblici.
La presenza di molti rifugi, tra cui quello delle Cinque Torri e il Rifugio Scoiattoli, rende l’esperienza ancora più soddisfacente, avendo la possibilità di ristorarsi con la cucina tradizionale e dormire proprio all’ombra delle Cinque Torri.
Chi organizza un viaggio in inverno potrà sciare sui 20 km di piste del Comprensorio “Lagazuoi-5 Torri”, raggiungibile sia da Cortina d’Ampezzo che dal Passo Falzarego: questo complesso sciistico è collegato al Comprensorio Sciistico dell’Alta Badia attraverso la pista Armentarola, mentre con lo skibus si può arrivare all’area sciistica di Cortina.
Dal Museo della Grande Guerra al Lago di Bai de Dones
Per avvicinarsi alle Cinque Torri e circumnavigarle, si può optare per il sentiero 439 e partire dal parcheggio del Passo Falzarego fino a raggiungere a piedi la stazione situata a monte della seggiovia delle Cinque Torri (l’alternativa è utilizzare la stessa seggiovia).
Come precedentemente accennato, ai piedi delle cinque formazioni rocciose ampezzane vi sono molti rifugi che rendono più comoda qualsiasi escursione.
Il Rifugio Scoiattoli sorge vicino alle piste del Comprensorio “Dolomiti Suprski” e offre agli avventori anche la possibilità di fare bagni in tinozze in legno di abete con acqua riscaldata, anche in pieno inverno quando intorno il paesaggio è tutto ammantato di neve.
Il Rifugio delle Cinque Torri risale al 1904 e, nel corso della sua storia, ha ospitato anche il re Vittorio Emanuele II che, durante la Grande Guerra, vi si recò per assistere allo scoppio della famosa Mina del Castelletto. Da quest’ultimo si può anche raggiungere anche la Via Ferrata dell’Averau che regala agli escursionisti una vista a 360° sulle cime del Sorapiss, del Monte Pelmo, dell’Antelao e del Monte Civetta.
I due rifugi si trovano a un passo dal toccante Museo della Grande Guerra, una vasta area dove italiani e austro-ungarici hanno combattuto feroci battaglie: questo luogo era occupato dai soldati italiani mentre nell’area antistante del Lagazuoi-Forte Tre Sassi vi erano gli austriaci. Questo museo a cielo aperto permette a tutti di toccare con mano le atrocità della guerra, visitando le postazioni di tiro, le baracche, l’infermeria e le trincee, con tanto di oggetti d’epoca, manichini con indosso autentiche uniformi ed esaustivi pannelli illustrativi.
Poco più a nord del museo e a due passi dalla seggiovia delle Cinque Torri, si scorge la Baita Bai de Dones, vicino alla quale sorge un piccolo laghetto dove, secondo un’antica leggenda ladina, abiterebbero le mitologiche ninfe Anguànes dai piedi di capra: si dice che queste acque siano benevole e che aiutino le donne che vi si bagnano ad avere bambini.