San Lazzaro degli Armeni – Alla scoperta dell’isola
A due chilometri da Venezia, circondata dalle acque della laguna si trova l’isola di San Lazzaro degli Armeni. Venite insieme a noi alla scoperta di questo luogo ricco di cultura, storia e opere d’arte!
Alle origini della fondazione
L’isola a partire dal XI-XII secolo fu inizialmente abitata da monaci benedettini, ma vista la sua collocazione nella laguna – distante dal centro abitato della città, ma se necessario comoda da raggiungere con un’imbarcazione – venne scelta come lazzaretto gestito da differenti congregazioni religiose, una destinazione d’uso rimasta oggi solo nel suo nome.
Agli inizi del XVIII secolo il senato della Repubblica veneziana concesse il permesso di stanziarsi nell’isola al monaco armeno Manug di Pietro chiamato Mechitar, fondatore della comunità mekhitarista a Istanbul. Mechitar e il suo gruppo di religiosi arrivarono nella città lagunare per scappare dalla persecuzione turca a Bisanzio.
I monaci si adoperarono per restaurare l’antica chiesa in rovina e inoltre costruirono un monastero e i locali destinati ad ospitare la biblioteca e la pinacoteca.
San Lazzaro degli Armeni: uno scrigno di tesori
Il complesso, nella quiete dell’isola, ospita diverse tipologie di manufatti. Nei secoli alla comunità religiosa acquisì, anche attraverso donazioni, reperti archeologici tra cui terrecotte antiche, ushapti e opere d’arte orientale come la Palla di Canton, un manufatto in avorio composto da 14 sfere concentriche.
Infatti, oltre alla sezione dedicata all’arte e alla storia del popolo armeno, ci sono molte testimonianze provenienti da paesi lontani: uno tra i reperti più conosciuti è la mummia, completa di sarcofago, di Nemen Khet Amen originaria dell’Egitto e datata al VII secolo.
Proseguendo il nostro viaggio, nella pinacoteca, dove al soffitto è presente un’allegoria della Giustizia di Tiepolo, sono conservati lavori di pittori armeni come Hovhannes Aivazovski e Harutiun Ajemian.
Altro tesoro è sicuramente la raccolta libraria formata da circa 4000 manoscritti, per la maggior parte di origine armena realizzati tra il VI e il XVIII secolo.
Fortunatamente tutte le preziosissime opere conservate nel monastero non furono disperse durante il periodo delle soppressioni napoleoniche poiché lo stesso Napoleone ritenne la Congregazione dei Padri Armeni un’accademia letteraria e non un’istituzione religiosa.
Venezia e i suoi dintorni custodiscono tesori dall’immenso valore culturale! Continua a leggere gli articoli del blog di Venice Box per scoprirli tutti.