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Treviso e il libro di matematica più antico del mondo

 

I viaggiatori, i turisti e i curiosi che amano scoprire i segreti nascosti nel mondo saranno stupiti del mistero che si aggira intorno a Treviso.

Questa meravigliosa città è la custode di un testo di prestigiosa importanza: Larte de labbacho’ (L’Arte dell’abbaco).

Si tratta del libro di matematica più antico del mondo e la città di Treviso se ne prende cura dal giorno della sua pubblicazione, avvenuta sempre a Treviso, alla fine del 1478.

Volete conoscere la storia che accompagna Treviso da secoli? Allora, continuate la lettura!

 

Il segreto di Treviso: custode della sapienza

 

Larte de labbacho’ (L’Arte dell’abbaco), noto a tutti come l’Aritmetica di Treviso, è il primo manuale di aritmetica esistente al mondo. La pubblicazione è avvenuta a Treviso nel 1478. Soltanto quattro anni dopo la sua pubblicazione, nel 1482, è stata pubblicata a Venezia la prima edizione tipografica degli Elementi di Euclide.

La sostanziale differenza tra i due testi scientifici è che il manuale euclideo si sofferma sull’apprendimento della geometria, mentre l’Aritmetica di Treviso si sofferma, appunto, sull’aritmetica.

 

Il manuale di aritmetica si è diffuso principalmente tra i mercanti trevigiani ed è proprio per loro che è stato scritto in volgare veneto, per far sì che tutti riuscissero a comprendere e imparare al meglio l’aritmetica.

Uno dei primi testi scientifici al mondo, quindi, è nato per l’autoapprendimento dei commercianti che avevano bisogno di imparare l’aritmetica per il loro lavoro quotidiano.

 

L’autore trevigiano nascosto nell’ombra

 

Il testo è costituito da 123 pagine, non numerate su 62 fogli, dedicate appunto: ”a ciascheduno che vuole usare larte de la merchadantia chiamata vulgarmente larte de labbacho”.

L’autore sconosciuto dell’importante testo scientifico ha dato vita alla diffusione matematica tra la classe media soprattutto grazie all’uso del volgare e grazie a lui Treviso ha conquistato un importante primato scientifico.

L’unica informazione dell’autore è relativa al giorno in cui ha terminato il manuale: il 10 dicembre 1478. Tuttavia, il suo nome così come la sua persona è ancora oggi celata nell’ombra. Per quanto riguarda l’editore, invece, ci sono ancora tantissimi dubbi.

 

L’Aritmetica di Treviso: contenuto

 

All’interno del manuale è stato adottato il sistema di numerazione arabo e non romano. Non compaiono i segni che oggi utilizziamo per le operazioni aritmetiche (-,×, ÷,+) perché la loro scoperta è avvenuta più tardi. Per il manuale di aritmetica sono state utilizzati questi termini:

 

♦ DE: per indicare le operazioni di sottrazione.

♦ FIA: per indicare le operazioni di moltiplicazione.

♦ IN: per indicare le operazioni di divisione.

♦ ET: per indicare le operazioni di addizione.

 

Lo scrittore, nel suo manuale di aritmetica, non offre ai lettori soltanto una spiegazione generica sulle varie operazioni esistenti ma spiega nei minimi dettagli la loro esecuzione pratica.

 

In cinque atti, l’autore istruisce i mercanti sulle operazioni fondamentali nella pratica aritmetica.

L’autore utilizza anche il concetto di frazione, ma non come lo conosciamo oggi con le cifre decimali perché anch’esse sono state scoperte soltanto più tardi.

L’ultima meraviglia lasciata dal misterioso autore è l’insegnamento utile a calcolare la data della luna nuova.

 

Il manuale aritmetico non ebbe fortuna soltanto in Italia. Un libraio londinese acquistò una delle rarissime copie del manuale nel 1785 e da lì iniziò il suo viaggio in giro per il mondo. Alla fine dell’Ottocento, una copia del manuale fu venduta all’asta dall’editore newyorkese George Arthur Plimpton che lo donò alla Columbia University che lo conserva ancora oggi.

 

Le copie dell’Aritmetica di Treviso sono estremamente rare e Treviso ha dimostrato di avere il pieno primato per quest’opera dall’immenso valore storico e scientifico.

 

 

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