C’è un appuntamento segreto a Cortina d’Ampezzo a cui non serve un biglietto per partecipare. Non ha orari fissi, dipende dall’umore del cielo, eppure è lo spettacolo più grandioso che queste montagne possano offrire. Si chiama tecnicamente Enrosadira, ma il mondo lo conosce come la magia delle “Montagne Rosa”.
Chi è stato nelle Alpi occidentali o in altre catene montuose sa che le vette, quando il sole cala, tendono a spegnersi tristemente nel grigio o nel blu scuro. Nelle Dolomiti, no. Qui accade l’impossibile. Pochi minuti prima che il sole scompaia dietro l’orizzonte, le pareti rocciose delle Tofane, del Cristallo e delle Cinque Torri sembrano prendere fuoco. Passano dall’arancione caldo a un rosso braciere intenso, per poi scivolare in un viola mistico prima di abbracciare la notte.
Non è un filtro di Instagram. È una magia geologica e mitologica che rende Cortina unica al mondo. Ma cosa c’è davvero dietro questo fenomeno che incanta i viaggiatori da secoli?
La Spiegazione Scientifica (La Magia della Pietra)
Per i geologi, la risposta è affascinante ma tecnica. Le Dolomiti non sono montagne “normali”. Sono antiche barriere coralline emerse dal mare tropicale oltre 250 milioni di anni fa. La loro roccia, la Dolomia, ha una composizione unica: carbonato doppio di calcio e magnesio. Questa particolare struttura chimica agisce come uno specchio naturale per le frequenze luminose del sole quando i raggi sono bassi sull’orizzonte. La roccia non si limita a essere illuminata: cattura la luce, la trattiene e la riflette con una potenza cromatica che non ha eguali in natura. È come se la montagna avesse una luce propria, interna, che si accende solo per salutare il giorno che finisce.
La Leggenda di Re Laurino (Il Cuore della Tradizione)
Se chiedete a un vecchio ampezzano o a un ladino, però, vi racconterà una storia diversa, molto più poetica. Una storia di amore, orgoglio e rose. La leggenda narra che un tempo queste vette non fossero di pietra, ma ospitassero il regno di Re Laurino, monarca di un popolo di nani. Il suo vanto più grande non era un tesoro d’oro, ma uno splendido giardino di rose (“Rosengarten”) che copriva le montagne. Un giorno, il Re si innamorò della bellissima principessa Similde e, non ricambiato, la rapì nascondendola tra i suoi fiori. I cavalieri del regno accorsero per salvarla e riuscirono a individuare il rifugio del Re proprio grazie al colore sgargiante delle rose che tradirono la posizione. Sconfitto e amareggiato, Re Laurino lanciò una terribile maledizione sul suo giardino: “Nessuno dovrà mai più vedere la bellezza delle mie rose, né di giorno, né di notte”. E pietrificò tutto, trasformando il giardino fiorito in nuda roccia grigia. Ma nella sua rabbia, il Re dimenticò un dettaglio fondamentale: il crepuscolo. Il tramonto non è né giorno, né notte. È un confine temporale. Ed è per questo che, ancora oggi, in quel breve istante sospeso, la maledizione si spezza e le rose di Re Laurino tornano a fiorire per pochi minuti, tingendo le pareti di pietra di un rosa struggente.
I 3 Punti Migliori per Ammirare lo Spettacolo a Cortina
Vedere le Dolomiti rosa non è solo “guardare un tramonto”. È un’esperienza che va cercata posizionandosi nel luogo giusto al momento giusto. Ecco dove andare:
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Lago Ghedina: Per chi ama i riflessi. Le pareti infuocate che si specchiano nell’acqua verde smeraldo del lago creano un doppio spettacolo ipnotico. È il luogo perfetto per chi cerca un’atmosfera romantica e silenziosa.
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Rifugio Lagazuoi: Per chi vuole toccare il cielo. A quasi 2800 metri d’altezza, qui non guardate le montagne dal basso, siete dentro il fenomeno. La terrazza offre una vista a 360 gradi che vi farà sentire su un altro pianeta.
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Belvedere delle Cinque Torri: Per la prospettiva iconica. Le torri di roccia che cambiano colore sembrano dita di giganti che cercano di afferrare gli ultimi raggi di sole. È il punto di riferimento assoluto per i fotografi.
Non Solo Occhi: Il Gusto della Montagna
L’Enrosadira dura pochi minuti. E dopo? Dopo arriva il freddo frizzante della sera e la fame di cose buone. Non c’è momento migliore per rifugiarsi in una stube di legno. La cucina di Cortina è il perfetto seguito di questa esperienza: calda, sostanziosa, autentica. Immaginate di sedervi davanti a un piatto fumante di Casunziei all’ampezzana, le tipiche mezzelune ripiene di barbabietola rossa (che richiamano proprio il colore del tramonto!) condite con burro fuso e semi di papavero. O di scaldarvi le mani con un bicchierino di grappa al pino mugo, sapori che raccontano il bosco e la terra.
Visitare Cortina senza attendere il calar del sole è come andare a teatro e uscire prima dell’ultimo atto. Prendetevi il tempo. Fermatevi. E lasciate che la leggenda di Re Laurino vi avvolga.
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